Marlyse "Nanou" Dourdent

2000 - 2015

"La felicità viene da dentro non dall'esterno, perchè non dipende da quello che possiedi. Dipende da quello che sei."

 
   Nanou. Facebook - 2014
 

La storia di Nanou


Marlyse, che tutti chiamavano "Nanou", è nata in Camerun in una famiglia di quattro fratelli.
Va a scuola presto e ama molto leggere e scrivere, gli insegnanti la trovano molto sveglia e curiosa per la sua età. Adora ridere e divertirsi con i bambini della sua età. Sprigiona gioia e voglia di vivere.
Qualche mese più tardi, Nanou si lamenta per un dolore alle mani che inizia a renderle difficile scrivere e anche andare a scuola, a causa del tempo che trascorre in ospedale. I dottori non capiscono di cosa soffre; tentano diverse terapie che però non sono efficaci e il dolore non passa.
All'età di dieci anni Nanou arriva in Europa; è curata in un ospedale universitario nel sud della Francia. Passa una serie di esami per diverse settimane, i medici finalmente danno una diagnosi: Nanou soffre di poliartrite reumatoide e di una grave insufficienza renale (patologie molto rare nei bambini) causata da una malattia autoimmune.
Nanou inizia quindi la sua lotta contro la malattia, che sarà un percorso ad ostacoli. Secondo l'equipe medica bisogna agire rapidamente per rallentare l'evoluzione della sua malattia. Da quel momento i team di reumatologia e terapia renale della clinica universitaria Nord de Marseille e La Timone provano diverse terapie *).
Allo stesso tempo, Nanou continua a studiare in ospedale, "è la scuola che si trasferisce in ospedale" dice, per lei è come una boccata d'aria fresca perché vuole continuare ad imparare, ed ora sogna di diventare medico. Come tutti i malati, Nanou continua a resistere. Riesce ad ottenere il diploma che è motivo di grande orgoglio per lei e per i suoi insegnanti.
Nanou è ormai diventata un'adolescente. Ma comincia ad avere difficoltà a muoversi perché ha preso 30 kg in due anni a causa del nuovo trattamento di immunoterapia a cui si sottopone. Nonostante tutto però non si lamenta, dice di stare bene; ma i suoi dolori sono forti e ormai le impediscono quasi di muoversi. Trova difficile accettare di lasciare il suo bastone per muoversi solo su una sedia a rotelle. Lo dice con un piccolo sorriso...
Poi Nanou riceve il permesso di andare a casa per un fine settimana; vuole organizzare un crèpe-party con le sue amiche ma si muove a fatica. Nonostante tutto continua a ridere e racconta aneddoti dall'ospedale, dice che è la preferita del dottore, e fa divertire tutti... 
Il weekend successivo Nanou chiede ancora di trascorrere qualche giorno con la famiglia, il permesso viene concesso. Arriva senza la pompa della morfina, il suo viso è sereno; sono passati più di due anni da quando è stata ricoverata, e adesso ben due fine settimana a casa di fila! La speranza rinasce e anche il sogno di Nanou.
Dice di essere fortunata ad essere ben curata in un ottimo ospedale e soprattutto di poter continuare gli studi. E che vuole tornare in Camerun per aiutare i bambini malati a continuare a studiare. Ma il suo desiderio è possibile solo se diventa lei stessa dottore!
La serata è bellissima, Nanou si diverte a personalizzare la sua carrozzina, dice di sentirsi molto bene e continua a guardare la sua famiglia e a sorridere. Tutti sono contenti, tutta la casa è illuminata dalla sua presenza e dalle sue risate.

"Il giorno dopo la mia stella si sente male e muore all'Ospedale Nord di Marsiglia, dove è stata ricoverata d'urgenza.
Quando ripenso a quel fine settimana... è stato un saluto che è venuta a darci, in uno stato di pura felicità e con tutta la sua gioia.

Nanou la nostra luce, questa forza della natura, ci lascia nel marzo del 2015.
Voglio solo che questa bambina coraggiosa e amorevole, che ha resistito fino alla fine con un sorriso di fronte ai dolori, non venga dimenticata.
Ed è per questo che abbiamo voluto creare questa fondazione che porta il suo nome, per continuare il suo sogno di prendersi cura dei malati e far studiare i bambini del suo paese natale.
Nanou aveva un sogno, tutta sola nella sua stanza d'ospedale. Io vorrei che tutti insieme potessimo continuare il suo sogno.
Perché un sogno da solo rimane un sogno, un sogno fatto insieme ad altri diventa realtà."

Danieline Dourdent

*) Si ringrazia il team di reumatologia pediatrica della dott.ssa Karine Retornaz, Hôpital Nord de Marseille.